ALICE DREOSSI

Una vita dedicata all’arte

Cervignano del Friuli, Centro Civico

14 dicembre 2012 – 06 gennaio 2013

Dal 2005, accanto all’arte contemporanea, i promotori hanno deciso di affiancare una mostra monografica proponendo l’arte del secondo 900 attraverso i maestri della nostra Regione. L’obiettivo è creare nello spettatore una coscienza critica tale da analizzare l’evolversi dell’arte attraverso il confronto tra maestri ormai storici del territorio e le forme espressive strettamente contemporanee.

Nelle sale del Centro Civico di Cervignano del Friuli in questi anni sono state omaggiate grandi personalità artistiche della Regione Friuli Venezia Giulia quali Cesare Mocchiutti e Federico Righi; Mario Di Iorio e Aldo Colò, fino a giungere all’esposizione del 2011 in occasione del ventesimo anno dalla scomparsa dello scultore Darko Bevilacqua.

Per la prima volta l’esposizione del 2012/2013 pone l’attenzione su una figura femminile del panorama della Regione con un tardivo riconoscimento alla pittrice Alice Dreossi.


L’ARTISTA
Alice Dreossi nasce a Cervignano del Friuli (Udine) nel 1882.  

Appartenente alla borghesia friulana, agli agi della sua condizione preferì Venezia e la sua prestigiosa Accademia di Belle Arti, dove si formò nei primi anni del Novecento sotto la guida di Ettore Tito e Guglielmo Ciardi. Venezia fu il primo incontro con una realtà artistica diversa e più aperta di quella locale del Friuli e di Cervignano, suo paese natale, dove peraltro amò sempre ritirarsi per dipingere scorci del fiume Aussa al variare di condizioni di luce e atmosfera. Conclusa la formazione accademica, nel 1907 entrò a far parte del Circolo Artistico Triestino e insegnò disegno nel Civico Liceo femminile a Trieste. Nel 1912, attratta dagli echi secessionisti, raggiunse Monaco di Baviera per spostarsi in seguito a Dachau dove trovò un valido maestro in Carl Hans Schrader-Velgen, uno dei fondatori del gruppo artistico "Die Scholle”. Gli aspetti principali del gruppo erano la pittura en pleìn air, l'amore per il paesaggio e per i temi naturali che trovavano in un nuovo rapporto con il mondo rurale e la natura circostante, autentica filosofia di vita. Rientrata in Italia poco prima dell’inizio della guerra, espose a Roma con il Gruppo "secessionistico" Probitas, nato da un contrasto interno con la conservatrice Società di Amatori e Cultori di Belle Arti, contro l'arte da Esposizione, l'eccesso di compostezza, misura, delicatezza e grazia. Durante la Grande Guerra si rifugiò a Firenze e poi a Genova, dove avvenne l’incontro con il pittore Cesare Maggi, di cui fu allieva per due anni e da cui apprese una pittura di vibrante cromia applicata ai temi dei paesaggi montani e delle larghe distese innevate. Negli anni Venti si trasferì definitivamente a Venezia dove frequentò la vita culturale della città. Qui nasce il suo interesse verso la teosofia. Espose in modo costante alle mostre di Ca' Pesaro; si dedicò alle incisioni con Emanuele Brugnoli; partecipò alle Biennali Internazionali d'Arte del 1924, 1926 e 1935. Inoltre prese parte alle Esposizioni dì Belle Arti di Torino del 1927 e del 1928. A Bologna espose nel 1924 e 1927 alla Prima e Seconda Mostra del Paesaggio Italiano; a Udine presentò i suoi lavori in una personale nel 1924 e partecipò alle Biennali Friulane d'Arte del 1926 e del 1928. Negli anni Trenta partecipò alle Esposizioni regionali d'arte del Sindacato fascista a Udine e Padova, e negli anni Quaranta, con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, si trasferì a Tarcento, ove si dedicò al paesaggio collinare friulano, con adesione al vero, ricerca del colore e dell'effetto di luce. Qui iniziò una semplificazione formale della composizione con figure appena abbozzate e pochi tocchi decisi di pennello. Ne sono un esempio i quadri in cui immaginò drammaticamente scene ambientate durante la Campagna di Russia, e dipinse verosimilmente un gruppo di Russi sul Torre. Finita la guerra si trasferì al Lido nella sua amata Venezia, dipingendo serenamente il Viale Grande, strade alberate e assolate, mercati rionali e fiori, con una tecnica sempre più semplificata, sicura e il prevalente uso di toni pastello. Dal 1955 si ritirò a Vicenza, in un pensionato; pur iniziando a perdere la vista continuò a dipingere. Ne è testimonianza una tra le ultime opere, l'autoritratto a ottantaquattro anni, in cui il colore si libera da ogni convenzione e gli occhi della pittrice sono avvolti in un limbo, segno drammatico della fine di una vita dedita all'arte. Morì a Udine nel 1967.

LA MOSTRA, LA CURA
All’interno del progetto complessivo 2012.2013 si è scelto di creare un percorso che partendo da un legame con il territorio e con il collezionismo locale si estenda in collegamenti con altre realtà regionali. 

Da qui si dipana la mostra monografica dedicata ad Alice Dreossi, promossa dal Circolo ARCI n.a. Cervignano, che ne cura l’organizzazione generale, e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Cervignano del Friuli.

Un progetto di rilevanza per la definizione del percorso artistico, sino ad oggi quasi del tutto sconosciuto, di una donna anticonvenzionale che nei primissimi anni del Novecento con forte spirito di autodeterminazione scelse Venezia e la sua prestigiosa Accademia di Belle Arti per dedicarsi all’arte, cui dedicò l’intera sua vita. Si deve tornare indietro al 1969 infatti, per trovare la sua ultima esposizione nella nostra Regione, nella città di Udine con una mostra, a cura di G. Bergamini, che diede a suo tempo un degno tributo a questa donna e alla sua pittura strenuamente condotta  sino agli ultimi suoi giorni. Ed è questa tenacia, questa continuità, che i curatori Francesca Agostinelli e Orietta Masin, cercheranno di valorizzare nella pittrice Alice Dreossi, nel rispetto della sua scelta di rimanere estranea ai clamori avanguardistici dell’epoca per prediligere una ricerca schiva e sinceramente dedita ai moti più meditati e autentici dell’animo.

La mostra correlata dalla pubblicazione di un catalogo con testi di Francesca Agostinelli e di Elisabetta Milan, sarà arricchita e completata da due EVENTI A LATERE in fase di definizione:

- ALICE DREOSSI (1882-1967): Storia di una pittrice tra il Friuili, Venezia e Monaco.  Conferenza a cura della Dott.sa Elisabetta Milan sulla vita e le opere della pittrice Alice Dreossi  
-
Teosofia, Filosofia e Arte” un incontro di approfondimento sul tema della Teosofia, dottrina alla quale Alice Dreossi si avvicinò negli anni Venti durante il suo primo soggiorno a Venezia.
 

IL PERCORSO ESPOSITIVO
Alla pittrice Alice Dreossi, figura ingiustamente trascurata nel nostro panorama artistico, i promotori intendono rendere omaggio a 130 anni dalla sua nascita, attraverso una esposizione di carattere antologico.
Partendo dagli accenni espressionistici, caratterizzati dai colori forti e accesi, dalle pennellate dense e ondulate degli anni Dieci, l’esposizione ci accompagnerà verso un percorso artistico in sintonia con la tradizione accademica incline alla praticata del vero, all’attenzione verso la luce, nella contemplazione di soggetti paesaggistici che consentivano oltre all'esperienza della lichtmalerei, pittura di luce, anche quella dello stimmungespressionismus, pittura degli stati d'animo.

La mostra proporrà brani dei primi anni Venti caratterizzati da pennellate diagonali e incrociate; proseguendo con opere del primo periodo veneziano con una pittura chiara, tonale, ricca d'impasto, con una pennellata costruttiva memore di Cézanne, con prevalenza di paesaggi e ritratti. Gli anni Trenta e Quaranta saranno rappresentati, invece, da quadri di genere rappresentanti fresche e veloci impressioni momentanee di marine e di ritratti espressi con monumentalità, in linea con i dettami fascisti. Di questo decennio sono anche i paesaggi collinari friulani, resi con una certa adesione al vero, ricerca del colore e dell'effetto di luce.  

Il percorso espositivo si avvierà alla conclusione con alcuni quadri dalla semplificazione formale, con figure appena abbozzate e pochi tocchi decisi di pennello, come per esempio le opere in cui immaginò scene ambientate durante la Campagna di Russia, e dipinse verosimilmente un gruppo di Russi sul Torre La mostra terminerà con una tra le sue ultime opere, un autoritratto a ottantaquattro anni, in cui il colore si libera da ogni convenzione e gli occhi della pittrice sono avvolti in un limbo, segno drammatico della fine di una vita dedita all'arte.

Non mancheranno, naturalmente, i quadri che la pittrice realizzò a Cervignano del Friuli, la sua città natale, e alcuni esempi di opere incisorie.